FITNESS E
GRAVIDANZA
Si tratta di un
percorso
ragionato tra
una grande
quantità di
informazioni che
parte dalla
prima indagine
condotta
dall’Istat nel
1959 e arriva
fino
all’indagine «I
cittadini e il
tempo libero»,
svolta a
dicembre del
2000 su un
campione di
circa 20 mila
famiglie per un
totale di 53
mila individui.
Tra i dati che
emergono dalla
ricerca
dell’Istituto,
mi ha
positivamente
impressionato
l’aumento
delle donne che
praticano una
disciplina
sportiva. In 41
anni di storia
italiana, il
numero delle
donne che
praticano uno
sport con
continuità
risulta essere
passato da
121mila a oltre
4 milioni (più
di 30 volte
superiore), cosa
che ha indotto
gli operatori
del fitness ad
arricchire i
protocolli di
lavoro sportivo,
adeguandoli ad
una domanda
della pratica
dello sport che
si presenta oggi
con differenti
obiettivi e con
la ricerca di
diverse forme di
soddisfazione.
La maggior parte
delle donne, ad
esempio, tende a
svolgere
un’attività
sportiva
finalizzata al
raggiungimento
di obiettivi
diversi dal
risultato di
prestazione,
come
l'equilibrio
interiore, il
benessere
psico-fisico ed
il
soddisfacimento
di socialità, o,
perché no,
l’utilizzo degli
effetti positivi
dell’esercizio
fisico a proprio
beneficio in un
periodo
particolare come
quello della
gravidanza.
Ebbene sì, anche
in quel periodo
così delicato,
l’esercizio
fisico assume
un’importanza
rilevante per le
future mamme,
considerati i
benefici che ne
possono trarre,
a patto che
siano rispettate
alcune linee
guida
fondamentali.
La prima cosa da
fare è quella di
sentire il
proprio medico
curante, che
potrà
certificare
l’idoneità alla
pratica
dell’attività
non agonistica.
In secondo luogo
rivolgersi a
strutture che si
avvalgano di
personale
preparato, per
avere delle
chiare
indicazioni sui
percorsi
sportivi
praticabili
dalla gestante
in condizioni di
sicurezza.
Il
professionista
del fitness
svilupperà un
programma di
lavoro che tenga
conto della
condizione
atletica di
partenza, e di
tutte le
variabili che
possano
presentarsi
nell’arco del
periodo che
comprende pre e
post parto.
Per una donna
fisicamente
attiva, in buona
salute, senza
disturbi
cardiaci e con
un decorso di
gravidanza
normale, si
possono
consigliare
30-40
minuti al giorno
di attività
fisica
a bassa
intensità e di
tipo aerobico,
come le
passeggiate, il
nuoto e la
ginnastica
dolce. Evitare
in modo
categorico tutte
le attività che
richiedono
un’elevata
intensità, in
quanto queste
potrebbero
portare ad una
riduzione del
flusso sanguigno
verso la
placenta e
quindi verso il
feto.
Il lavoro deve
essere svolto
allora al di
sotto del 70%
della massima
frequenza
cardiaca; per
fare un
esempio pratico,
nel caso di una
donna di 30
anni, la
frequenza di
lavoro non
dovrebbe
superare i
130-135 battiti
al minuto. Altra
raccomandazione
è quella di
svolgere il
lavoro fisico in
ambienti
ventilati e
relativamente
freschi, al fine
di evitare
eccessivi
aumenti della
temperatura
interna del
corpo, che
potrebbero
influire
negativamente
sullo sviluppo
del sistema
nervoso del
feto,
soprattutto nel
primo
trimestre
di gestazione.
Dall’inizio del
3° mese
fino alla fine
del 7°
mese si
può ancora
svolgere
un’attività
fisica moderata,
che, a partire
dall’ 8°
mese,
dovrà essere
sostituita da
esercizi per la
respirazione e
il rilassamento.
Dopo il
4° mese
di gravidanza
vanno evitati
gli esercizi a
terra in
posizione
supina, che
provocano la
compressione
della vena cava
inferiore da
parte
dell’utero,
ostacolando il
ritorno del
sangue al cuore.
Non
dimentichiamo
un’importante
raccomandazione
alimentare dello
sportivo. La
donna in
gravidanza
consuma più
velocemente le
proprie riserve
di glicogeno:
mangiare una
merenda di
carboidrati due
ore prima della
lezione aiuta a
prevenire
reazioni
ipoglicemiche.
Il nostro lavoro
deve iniziare
sempre con
un’adeguata fase
di
riscaldamento,
maggiormente
importante per
la gestante,
considerando che
questa ha una
produzione
inferiore di
liquido
sinoviale (il
lubrificante per
le nostre
articolazioni).
Durante il
riscaldamento
includere dei
movimenti
rotatori con le
spalle: questo
migliora la
respirazione e
aiuta a
prevenire la
cifosi. Nel
corso del
workout è bene
fermarsi e
prendere dei
respiri profondi
portando le
braccia sopra la
testa; si
espande in
questo modo la
gabbia toracica,
allungando il
busto, e
permettendo al
diaframma di
contrarsi
completamente.
Non effettuare
alcun esercizio
che richieda
fasi anche brevi
di apnea.
Consiglio
inoltre di
includere degli
allungamenti del
tratto lombare
(la bassa
schiena) prima e
dopo la lezione.
Le attività che
vanno
assolutamente
evitate sono
quelle di alto
impatto, come
aerobica o
corsa, e gli
esercizi che
coinvolgono
l’equilibrio e
rapidi
cambiamenti di
direzione.
Questo servirà
anche ad evitare
uno degli
incidenti più
diffusi durante
la gravidanza,
cioè la
distorsione
della caviglia.
L’utilizzo di
scarpe
sufficientemente
comode e con un
buon supporto
plantare,
aiuteranno il
mantenimento
della postura
anche durante
l’attività
fisica.
Di seguito
riporto alcuni
fondamentali
esercizi,
effettuabili
anche tra le
mura domestiche.
L’abbinamento di
questi con le
attività a basso
impatto
cardiovascolare
precedentemente
citate, come il
nuoto o la
passeggiata,
rappresentano un
valido
protocollo di
lavoro per le
future mamme.
Torno a
ricordare i
punti importanti
sul mantenimento
della postura in
funzione del
periodo:
Dal 1° al 4°
mese: TUTTE LE
POSIZIONI
Dal 4° al 7°
mese: EVITARE LA
POSIZIONE SUPINA
Dal 7° al 9°
mese: SOLTANTO
POSIZIONE DI
QUADRUPEDIA E/O
LATERALE E/O
SEDUTA
Post partum:
TUTTE LE
POSIZIONI
Organizziamo la
nostra routine
iniziando da
almeno 3
serie per ogni
esercizio,
rispettando le
considerazioni
precedentemente
esposte sulle
fasi di recupero
e di
respirazione.
Cominciamo con
alcuni esercizi
per la
COLONNA
VERTEBRALE
:
Appoggiare la
schiena su
una superficie
verticale
regolare, gambe
semipiegate,
appiattire la
zona lombare in
modo da far
aderire la
schiena
completamente :
portare una mano
alla nuca ed
esercitare una
pressione
regolare e
costante in modo
da flettere il
capo in avanti,
espirare
lentamente,
rilassarsi fino
a completare lo
svuotamento dei
polmoni;
mantenere questa
figura per
almeno 10
secondi.
Stazione
eretta,
gambe
leggermente
divaricate e
piegate,
esercitare con
le mani una
pressione
regolare sulla
parete
addominale e
contemporaneamente,
contrarre i
glutei, cercando
di appiattire la
parte lombare
della schiena.
Dalla
posizione di
quadrupedia,
con angolo di 90
gradi tra cosce,
busto, e
braccia,
spingere verso
l’alto la
schiena in modo
da accentuarne
al massimo la
curva dorsale.
Inspirare ed
invertire la
spinta
verso il basso ,
in modo da
accentuare la
curva lombare;
eseguire il
movimento
lentamente ed
evitando di
forzare.
Dalla stessa
posizione “a
quattro zampe”
possiamo
lavorare anche
GLUTEI E COSCE,
con slanci
laterali della
gamba piegata,
mantenendo un
angolo di 90
gradi tra coscia
e gamba.
Iniziare con
10-12
ripetizioni per
ogni gamba.
Per la
PARTE
SUPERIORE DEL
BUSTO,
possiamo tornare
in stazione
eretta,
gambe
leggermente
divaricate e
piegate, premere
con le mani in
modo deciso su
una palla
morbida
posizionata sul
petto in modo da
avere le braccia
con i gomiti
poco sotto la
linea delle
spalle.
Mantenere la
pressione
costante per
circa 5 secondi.
Sempre dalla
stazione eretta,
spostiamo il
lavoro su
COSCE E
ADDOMINALI
posizionando la
palla tra le
ginocchia,
contraendo gli
addominali ed
esercitando una
pressione con le
cosce verso
l’interno.
Mantenere la
pressione
costante per
circa 5 secondi.
Prima del 4°
mese possiamo
lavorare gli
ADDOMINALI
anche dalla
posizione supina,
gambe in
appoggio su un
piano rialzato
con angolo di 80
gradi tra busto,
cosce e gambe;
si solleva la
porzione
cervicale e la
prima parte
della dorsale
della schiena
(parte alta del
busto); tenere
la posizione
espirando a
fondo.
Teniamo presente
il fatto che la
gravidanza
stessa è già uno
stato di
allenamento. Il
sistema
cardiovascolare
e muscolare sono
messi alla prova
semplicemente
dal peso del
corpo che
subisce grandi
trasformazioni,
e muoversi con
agilità può
diventare
faticoso.
Un’attenzione
maggiore è
richiesta alla
donna
nell’ultima fase
della
gravidanza, a
causa
dell’aumentato
lavoro del cuore
e
dell’incremento
di peso e del
volume corporeo.
Una regolare
attività fisica
di tipo aerobico
è in grado di
prevenire i
disturbi
circolatori e di
postura che
affliggono la
gestante, di
contrastare
l’eccessivo
incremento
ponderale,
evitando in
qualche caso
anche
conseguenti
complicanze
ostetriche. Un
ulteriore
vantaggio da non
sottovalutare è
il fatto che
l’attività
fisica svolta in
gravidanza
riduce la
percezione del
dolore durante
il travaglio
grazie alla
secrezione
costante, per
tutto il periodo
della
gestazione, di
beta-endorfine,
sostanze in
grado di
innalzare la
soglia personale
di tolleranza al
dolore.
Da Personal
Trainer vedo la
donna in
gravidanza come
un atleta che si
appresta ad
affrontare un
match
impegnativo, al
quale sarà
necessario
presentarsi in
perfette
condizioni,
seguendo un
percorso
ragionato anche
e soprattutto
dal punto di
vista fisico.
allenamento in
gravidanza, dopo
il parto e
durante il
periodo di
allattamento
La gravidanza
non è una
malattia, è una
condizione della
donna
caratterizzata
dalla presenza
nell’organismo
di una o più
uova fecondate
ed in via di
sviluppo. Nel
primo periodo il
perfezionamento
dell’impianto
prevede la
differenziazione
di strati
cellulari e la
formazione di un
importante
foglietto
embrionale, il
mesoderma. Solo
al terzo mese il
nuovo essere
prende il nome
di feto, è lungo
circa 15 cm,
pesa circa 100 g
e iniziano a
comparire alcuni
nuclei
d’ossificazioni.
PER I PRIMI
TRE MESI DI
GRAVIDANZA E’
SCONSIGLIATO
QUALSIASI
ALLENAMENTO ED
OGNI ATTIVITA’
MOTORIA
IMPEGNATIVA DAL
PUNTO DI VISTA
METABOLICO.
Dopo il terzo
mese possiamo
affermare che
l’impianto è in
via di
perfezionamento
ed i rischi
correlati ad
attività motorie
riducono la loro
incidenza,
eccetto le
gravidanze a
rischio, nelle
quali siano
rilevabili a
carico della
gestante
situazioni
anomale che
comportano un
pericolo per il
feto. E’ di
principale
importanza
consultare il
ginecologo
per valutare
l’opportunità di
praticare una
ginnastica
dolce.
Ottenuto il
parere
favorevole da
parte del
ginecologo,
l’attività
dovrebbe essere
realizzata in
modo
assolutamente
poco stressante.
Nessuna
gestante pensi
di poter
migliorare il
proprio tono
muscolare e la
condizione
fisica generale
con allenamenti
intensi durante
questo periodo.
Per questi
obiettivi sono
necessari
allenamenti
intensi, tali da
mettere in crisi
il sistema
metabolico
contrattile,
impensabili e
pericolosi
durante tutta la
gravidanza. Le
gestanti che non
si sono allenate
in modo serio o
non si sono
allenate per
nulla prima
della
gravidanza,
potranno
frequentare i
corsi di
ginnastica
pre-parto
organizzati
dalle cliniche e
dalle strutture
sanitarie di
riferimento, la
dove medici
specializzati
sovrintendono
ogni attività.
Le gestanti
allenate, in
possesso di un
ottimo tono
muscolare
potranno
iniziare
un’attività
dolce,
rispettando le
seguenti regole
e sempre sotto
il controllo
medico
ginecologico,
suggerisco:
IL VOLUME DI
LAVORO IN
PALESTRA DOVRA’
ESSERE RIDOTTO
ALMENO DEL 50%.
L’AVVIO DI OGNI
ATTIVITA’ DOVRA’
ESSERE
PARTICOLARMENTE
GRADUALE.
Pochi minuti il
primo giorno, 10
il secondo
allenamento, 15
il terzo, via
via fino ad un
training di non
oltre 30 minuti,
con ampi spazi
di recupero.
L’INTENSITA’
DOVRA’ ESSERE
RIDOTTA IN MODO
DA NON CREARE
ECCESSIVO STRESS
ALLENANTE, una
buona regola è
di non superare
il 50% delle
ripetizioni
possibili in
ogni serie, ci
sarà in seguito
(dopo il parto)
il tempo per
“spingere” le
serie fino in
fondo.
ESCLUSIONE
DAL TRAINING DI
TUTTI GLI
ESERCIZI
POLIARTICOLARI A
RISCHIO
per la loro
stessa natura:
squat, affondi,
leg press, lento
dietro, lento
avanti, esercizi
in carico della
colonna, corsa,
saltelli ecc.
SELEZIONE DI
ESERCIZI
PIU’“DOLCI”:
alzate laterali
da seduta,
crunch dolce e
parziale, lat
machine dietro,
lat machine
avanti,
camminata,
ipertensioni del
tronco con
estrema
delicatezza ecc.
CONTRAZIONE
(riduzione) E
POI SOSPENSIONE
DA TUTTE LE
ATTIVITA’ VERSO
IL TERMINE DELLA
GRAVIDANZA da
concordare con
il ginecologo.
ALLENAMENTO POST
PARTO ED IN FASE
DI ALLATTAMENTO
L’allattamento è
il primo tipo di
alimentazione a
base di latte
del bambino.
L’attaccamento
al seno dovrebbe
essere il più
possibile
precoce, entro
le prime sei ore
di vita del
piccolo. Le
prime poppate
sono scarsamente
nutrienti,
offrono al
piccolo minute
quantità di
colostro, ma
stimolano la
secrezione
lattea.
Fondamentale dal
punto di vista
psicologico il
quasi immediato,
nei limiti del
possibile,
attaccamento al
seno per aiutare
madre e figlio
ad entrare in
rapporto
emotivo, dopo la
separazione dal
parto.
Successivamente
sono necessari
sei pasti al
giorno durante
il primo mese di
vita e cinque
fino allo
svezzamento.
Ricordo che per
il neonato il
nutrimento e
l’affetto sono
in questo
periodo della
sua vita unità
indivise,
necessita di
entrambi. Non è
casuale che,
nelle prime
settimane di
vita, il bambino
possiede una
vista capace di
mettere a fuoco
oggetti ad una
distanza di
circa 15
centimetri.
Questa è la
distanza media
che intercorre
tra gli occhi
del piccolo e
quelli della
mamma, durante
la poppata. Il
latte che sgorga
dalle mammelle
trasmette cibo e
calore; gli
sguardi lunghi e
intensi sono un
potente ponte
d’amore. In
questo periodo
l’allenamento
dovrebbe
iniziare con
estrema
gradualità
per la mamma,
dovrebbe essere
assolutamente
limitato lo
stress da
attività
motoria. Una
grave insidia è
costituita da
tutte le
attività
lattacide.
Un’increzione
dei livelli di
lattato potrebbe
inacidire il
latte della
mamma,
con gravi
conseguenze per
il piccolo.
Per questi
motivi,
raccomando la
consulenza del
ginecologo ed in
palestra:
INIZIARE
L’ATTIVITA’ IN
MODO MOLTO
GRADUALE.
I PRIMI MESI
LIMITARE LE
ESCURSIONI
ARTICOLARI.
NON ALLENARE IN
MODO GENERALE
DISTRETTI
MUSCOLARI
ANAEROBICAMENTE:
quindi non
eseguire squat,
pressa,
distensioni con
bilancieri e
macchine,
affondi ed
esercizi gravosi
e
poliarticolari.
IMPORTANTE,
NEI MOVIMENTI
ANAEROBICI “PESI
E MACCHINE”, NON
ESEGUIRE MAI
PIU’ DI 5/6
RIPETIZIONI
PER SERIE
I CARICHI DI
LAVORO DOVRANNO
ESSERE MODERATI.
NON ECCEDERE CON
L’ALLENAMENTO DI
ADDOMINALI,
OBLIQUI E
POLPACCI,
distretti
muscolari dove
il numero di
ripetizioni è
abitualmente
notevole.
NON ECCEDERE CON
IL NUMERO DI
ALLENAMENTI
SETTIMANALI,
suggerisco da
due a tre sedute
EVITARE
“pedometro –
stepp – cyclette
– e altri
strumenti
affini” eseguiti
in modo intenso,
l’attività
aerobica deve
essere
necessariamente
poco intensa,
quindi lontana
dalla soglia
anaerobica.
Attenzione ai
corsi
collettivi,
suggerisco la
frequenza dei
soli corsi di
strectching e
ginnastica
dolce.
PRIVILEGIA
passeggiate e
piacevoli
spostamenti in
bicicletta. Dopo
avere elaborato
con il tuo
allenatore in
palestra un
programma di
allenamento,
corredato da
tutti gli
accorgimenti
fisiologici
opportuni,
nonché di un
progetto di
gradualità per
consentire
naturali e
fisiologici
tempi di
adattamento allo
stress da
attività
motoria,
sottoponi il
tutto al tuo
ginecologo di
fiducia per
valutare
eventuali
correzioni o
modifiche, sulla
base del tuo
soggettivo stato
di salute
psicofisica, sia
durante tutto il
periodo di
gravidanza, che
in seguito di
allattamento.
Buoni
allenamenti e un
augurio gioioso
per il lieto
evento.