TERAPIA
SOSTITUTIVA
TERAPIA ORMONALE
SOSTITUTIVA
(HRT) IN
MENOPAUSA
La terapia
ormonale
sostitutiva
(Hormonal
Replacement
Therapy – HRT)
fornisce alle
donne gli ormoni
che diminuiscono
con
l’invecchiamento.
L’estrogeno è un
ormone femminile
che influenza
altri organi del
corpo. Il
progesterone è
l’ormone
femminile che
prepara l’utero
ogni mese per un
eventuale
gravidanza.
Durante la
transizione
verso la
menopausa
(“perimenopausa”)
i livelli di
questi ormoni
cominciano a
fluttuare,
causando sintomi
fastidiosi.
Quando le ovaie
smettono di
produrre
strogeno e
progesterone, i
cicli mestruali
cessano e la
donna entra in
menopausa.
Benefici della
terapia ormonale
sostitutiva
La terapia
ormonale
sostitutiva è
stata usata per
alleviare i
sintomi a breve
termine della
menopausa, come
le vampate di
calore, la
sudorazione, i
disturbi
dell’umore, la
seccheza
vaginale ed i
disturbi
urinari. Viene
inoltre ritenuta
utile nel
prevenire o
alleviare
l’aumento di
perdita ossea
che porta
all’osteoporosi.
Prove
preliminari
mostrano che
l’HRT può essere
utile nel
prevenire la
malattia di
Alzheimer, il
cancro del colon
e la
degenerazione
maculare
(perdita della
vista correlata
con l’età).
Rischi della
terapia ormonale
sostitutiva
I rischi sono
discussi com
effetti
collaterali a
breve e a lungo
termine
Effetti
collaterali a
breve termine:
Alcune donne
riferiscono
effetti
collaterali
dall’uso
dell’HRT,
incluso insolite
perdite vaginali
e sanguinamento,
cefalea, nausea,
ritenzione di
liquidi e
rigonfiamento
delle mammelle.
Alcune donne
pensano che
l’HRT le farà
aumentare di
peso durante
l’assunzione, ma
ricerche in
questo senso
hanno dimostrato
che non è vero.
Alcune donne
aumentano di
peso in
menopausa, ma
questo accade
perché il loro
metabolismo
rallenta con
l’invecchiamento
ed esse non
aumentano la
quantità o
l’intensità
dell’attività
fisica. Benefici
o effetti
collaterali a
breve termine
possono
manifestarsi
entro poche
settimane o mesi
dopo l’inizio
della terapia.
Rischi a lungo
termine (questi
possono non
essere evidenti
per ogni singola
donna!):
Cancro:
C’è
preoccupazione
che l’HRT possa
aumentare il
rischio per
alcuni tumori.
Quando
l’estrogeno
viene preso da
solo fa
aumentare il
rischio del
cancro
dell’endometrio.
Aggiungere il
progesterone
all’estrogeno
può ridurre
drammaticamente
questo rischio.
Il progesterone
viene aggiunto
per prevenire la
crescita
eccessiva (o
iperplasia)
delle cellule
endometriali,
pertanto alle
donne che hanno
ancora l’intero
utero si
somministra di
solito la
terapia
combinata.
Densità
delle mammelle:
Prendere
contemporaneamente
estrogeni e
progesterone può
anche
influenzare la
densità delle
mammelle.
L’aumento di
densità mammaria
da HRT rende più
difficile per il
radiologo
interpretare
alcune
mammografie con
la conseguenza
di consigliare
una mammografia
di controllo a
distanza o
addiruttura una
biopsia.
L’aumento di
densità è
inoltre una
preoccupazione
perché altri
studi hanno
dimostrato che
le donne di 45 o
più, le cui
mammografie
mostrano almeno
il 75% di
tessuto
addensato hanno
un aumento di
rischio per il
cancro della
mammella.
Tuttavia non si
sa se
effettivamente
il seno
addensato per la
HRT abbia lo
stesso rischio
di cancro
mammario del
seno
naturalmente
denso.
Malattie
cardiache:
In passato si
pensava che
l’assunzione
della HRT
(estrogeno +
progesterone)
aiutasse a
proteggere le
donne verso le
malattie di
cuore. Tuttavia
recenti dati
dallo studio
“Women's Health
Initiative”
(WHI) hanno
dimostrato che
fare terapia
sostitutiva crea
più rischi che
benefici. Lo
studio ha in
realtà rilevato
che la terapia
sostitutiva
potrebbe
aumentare nella
donna il rischio
di malattia
cardiaca,
infarto, embolia
polmonare e
tumore della
mammella.
Se stai
assumendo
terapia
sostitutiva,
controlla
eventuali segni
preoccupanti,
come
sanguinamenti
anormali, noduli
al seno, brevità
del respiro,
capogiro,
cefalea severa,
dolore ai
polpacci o al
torace, e
riferiscili
immediatamente
al tuo medico
curante. Inoltre
discuti col tuo
medico sulla
frequenza dei
controlli che
devi fare.
La
durata della
terapia
sostitutiva
influenza il
rischio di
cancro al seno?
C’è una
considerevole
incertezza circa
la relazione tra
il rischio per
una donna di
sviluppare un
tumore della
mammella e la
durata del
trattamento
sostitutivo.
Alcune donne
fanno HRT solo
per pochi anni,
finchè i sintomi
peggiori della
menopausa
scompaiono,
mentre altre
hanno fatto
terapia per
decenni. Alcuni
ricercatori
ritengono che vi
sia poco o
nessun aumento
di rischio di
cancro della
mammella
associato con
l’uso a breve
termine della
HRT sia con
estrogeni da
soli che della
terapia
combinata
estrogeni +
progesterone,
mentre l’uso a
lungo termine è
correlato ad un
aumento di
rischio.
Perché la
terapia
sostitutiva
viene utilizzata
nonostante il
rischio di
cancro?
I
benefici
conosciuti della
terapia
sostitutiva
possono
migliorare la
qualità di vita
di molte donne,
riducendo
fastidiose
vampate,
sudorazioni
notturne e
secchezza
vaginale. Vi
sono anche prove
che l’HRT aiuta
a prevenire ed a
curare
l’osteoporosi ed
evidenze
preliminari che
può aiutare a
prevenire altri
problemi
associati con
l’età, incluso
la malattia di
Alzheimer, il
cancro del colon
e la diminuzione
della vista.
L’aggiunta del
progestinico al
trattamento ha
drammaticamente
ridotto il
rischio di
cancro
dell’endometrio.
La storia
familiare di
cancro della
mammella, età
precoce della
prima
mestruazione,
età tardiva del
primo parto,
dieta ricca di
grassi, obesità,
aumentata
densità mammaria
alla mammografia
ed alcune
lesioni benigne
della mammella
aumentano il
rischio
sottostante di
sviluppare un
tumore mammario.
Questi fattori
devono essere
tenuti in
considerazione
quando si decide
di fare terapia
sostitutiva. Se
attualmente stai
facendo HRT ed
hai qualche
preoccupazione,
parlene al più
presto con il
tuo medico
curante.
Esistono altri
farmaci in grado
di trattare
condizioni
correlate alla
menopausa?
Una
classe di
farmaci chiamati
SSRI (come il
Prozac e lo
Zoloft) è molto
efficace nel
trattare sintomi
menopausali come
la depressione o
gli sbalzi
d’umore. La
vitamina E e la
Clonidina, un
farmaco
anti-ipertensivo,
possono
alleviare le
vampate. Per
prevenire
l’osteoporosi
nelle donne ad
alto rischio di
perdita ossea si
usano i
bifosfonati,
l’alendronato,
il raloxifene e
la calcitonina.
Infine una
classe di
farmaci che
abbassano il
colesterolo
chiamati
inibitori della
HMG-CoA-reduttasi
(statine) si è
dimostrata
effeicace nel
ridurre il
rischio di
patologia
cardiaca e sono
in valutazione
per la
prevenzione
dell’osteoporosi.
Non esistono
alternative agli
estrogeni per la
prevenzione
della malattia
di Alzheimer,
del cancro del
colon e della
degenerazione
maculare,
malattie per le
quali prove
preliminari
suggeriscono
che la HRT sia
utile.
Rimedi per la
menopausa a base
di erbe
Esistono molti
prodotti “a base
di erbe” che si
dichiarano
attivi nei
sintomi della
menopausa.
Questi prodotti
non sono
sottoposti allo
stesso controlli
dei farmaci, per
cui esistono
poche prove che
sostengano le
loro
affermazioni.
Inoltre la
maggioranza
devono essere
assunti
continuamente e
non sono forniti
dal SSN con un
costo notevole
per la donna.
Ogni rimedio
vegetale va
sempre valutato
accuratamente e
discusso col
medico curante.
Bisogna sempre
dichiarare se si
assumono altri
farmaci, perché
spesso i
prodotti
vegetali possono
causare
pericolose
interazioni con
gli altri
farmaci.
Chi
non dovrebbe
usare la terapia
sostitutiva?
L’HRT è
spesso
sconsigliata
alle donne che
presentano
qualcuna delle
seguenti
condizioni:
Sanguinamento
vaginale di
origine
sconosciuta
Sospetto tumore
mammario o
storia di cancro
della mammella
Storia di cancro
dell’endometrio
o dell’utero
Malattia cronica
del fegato
Storia di
cardiopatia
Storia di
trombosi venosa
o di
tromboembolia,
incluso donne
che hanno avuto
trombosi o
tromboembolia
durante la
gravidanza o
durante
l’assunzione di
pillola
contraccettiva.
Sebbene il
rischio trombosi
nella donna sia
molto basso,
l’HRT aumenta
tale rischio.
Come
posso orientarmi
tra rischi e
benefici per
prendere la
decisione giusta
su fare o non
fare la terapia
sostitutiva in
post-menopausa?
Ecco alcune
valutazioni
riassuntive dei
risultati dello
studio Women's
Health
Initiative
(WHI):
Primo,
è importante
sapere che,
poiché lo studio
ha coinvolto
donne sane, solo
un piccolo
numero di loro
ha avuto un
effetto negativo
o positivo dalla
terapia con
estrogeni e
progesterone. Le
percentuali
descrivono cosa
accadrebbe ad
un’intera
popolazione, non
ad una donna
individuale. Per
esempio,
l’aumento di
rischio per
cancro della
mammella per le
donne nello
studio WHI che
prendevano gli
estrogeni più il
progesterone era
meno di un
decimo dell’uno
per cento ogni
anno. Ma se si
applica
l’aumento di
rischio ad un
gruppo numeroso
di donne in un
periodo di
alcuni anni,
allora il numero
di donne affette
diventa una
importante
preoccupazione
di salute
pubblica. Circa
6 milioni di
donne americane
fanno terapia
con estrogeni e
progesterone.
Questo si
tradurrebbe in
circa 6.000
nuovi casi di
cancro della
mammella ogni
anno e che, se
tutte le donne
facessero la
terapia per 5
anni,
risulterebbe in
30.000 nuovi
casi di tumore
della mammella.
Secondo,
tieni a mente
che le
percentuali non
sono il destino.
Sia che
esprimano dei
rischi o dei
benefici, esse
non significano
che tu
svilupperai una
malattia. Molti
fattori
influenzano
quella
probabilità,
incluso il tuo
stile di vita ed
altri fattori
ambientali,
ereditari e la
tua storia
medica
personale.
Infine, renditi
conto che la
maggior parte
dei trattamenti
porta con sé
rischi e
benefici.
Nessuno può
scegliere un
trattamento in
tua vece. Parla
con il tuo
medico e decidi
insieme con lui
cosa è meglio
per la tua
salute e la tua
qualità di vita.
Comincia con
l’identificare
il tuo personale
profilo di
rischio per le
malattie
cardiache,
infarto, cancro
della mammella,
osteoporosi,
tumore
colorettale.
Discuti sulla
qualità di vita
e sui possibili
trattamenti
alternativi in
postmenopausa.
Infine valuta
accuratamente
ogni fattore e
decidi la
migliore opzione
per la tua
salute e qualità
di vita,
aggiornando il
tuo medico
curante su ogni
variazione del
tuo stato di
salute, pronta a
cambiare
trattamento.
In
sintesi il
parere sulla
terapia ormonale
sostitutiva in
menopausa della
Società Italiana
di Ginecologia e
Ostetricia 2005:
La terapia
ormonale
sostitutiva per
la cura dei
sintomi della
menopausa
La terapia
ormonale
sostitutiva è
l’unica terapia
in grado di
alleviare con
efficacia i
sintomi
soggettivi da
deficit ormonale
molto spesso
presenti in
menopausa.
La terapia
ormonale
sostitutiva
nella
prevenzione
dell’osteoporosi
postmenopausale
La terapia
ormonale
sostitutiva
rappresenta la
prima linea di
scelta
terapeutica per
la prevenzione
dell'osteoporosi
nelle donne ad
elevato rischio
osteoporotico
allorquando
viene iniziata
in coincidenza
con la
transizione
menopausale.
Tutti i tipi di
terapia ormonale
sostitutiva
(estrogeni,
estro-progestinici,
tibolone) sono
in grado di
annullare la
perdita di massa
ossea presente
durante e dopo
la transizione
menopausale e di
ridurre il
rischio di
frattura nelle
donne già
osteoporotiche.
Altre sostanze
non ormonali si
sono dimostrate
efficaci, ma la
terapia ormonale
sostitutiva è
l'unico presidio
farmaceutico per
la prevenzione
dell'osteoporosi
attualmente a
carico del
servizio
sanitario
nazionale.
La terapia
ormonale
sostitutiva
nella
prevenzione
della malattia
cardiovascolare
Ricerche
sperimentali
hanno dimostrato
che gli
estrogeni
influiscono
beneficamente
sulla maggior
parte dei
fattori di
rischio
cardiovascolare
(obesità,
distribuzione
del grasso
corporeo,
assetto
lipidico,
controllo
glicemico, e
funzioni
endoteliali). La
terapia ormonale
sostitutiva,
iniziata in
epoca
menopausale per
il controllo dei
disturbi
climaterici, è
stata anche
proposta nella
prevenzione
primaria della
malattia
coronarica (cioè
in donne
eventualmente
con fattori di
rischio
cardiovascolare
ma ancora
certamente sane,
al fine di
evitare
l'insorgenza
della malattia).
Ad oggi però non
esistono studi
longitudinali
controllati che
permettano di
confermare tale
ipotesi. Per
tale motivo,
allo stato
attuale, non è
consigliato
l’uso della
terapia ormonale
sostitutiva allo
scopo esclusivo
della
prevenzione
primaria della
malattia
cardiovascolare.
Studi condotti
su donne in età
più avanzata
(superiore a 60
anni) con
rilevanti
fattori di
rischio o con
precedenti di
patologie
cardiovascolari
hanno dimostrato
che la terapia
ormonale
sostitutiva in
queste pazienti
è accompagnata
da un aumento
minimo, ma
statisticamente
significativo,
del rischio di
malattia
coronarica (7
casi ogni 10.000
donne), di
trombosi venosa
profonda (18
casi ogni
10.0(x) donne) e
di ictus
cerebrale (8
casi ogni 10.000
donne).
Per tale
motivo, in
presenza di
rilevanti
fattori di
rischio o
accertata
patologia
cardiovascolare
la terapia
ormonale
sostitutiva non
è consigliabile.
Terapia ormonale
sostitutiva e
neoplasie ?
La terapia
ormonale
sostitutiva non
aumenta
l'incidenza del
tumore
dell'utero
(endometrio) e
dell'ovaio e
riduce
l'incidenza del
cancro del
colon-retto.
La terapia
ormonale
sostitutiva con
estrogeni in
associazione con
progestinici.
aumenta in modo
modesto e non
statisticamente
significativo
(0.8 casi ogni
1000 donne
trattate per
almeno 5 anni)
il rischio di
comparsa di
tumore al seno e
tale aumento
sembrerebbe
essere legato ad
un effetto
promuovente la
crescita di un
tumore già
iniziato ma non
ancora
diagnosticato.
La terapia
ormonale
sostitutiva ne
anticiperebbe
solo la
diagnosi.
L'aumento del
rischio cessa
con
l'interruzione
della terapia.
Pertanto non v'è
differenza nel
rischio tra chi
ha usato in
passato la
terapia ormonale
e chi non ne ha
mai fatto uso.
Il progestinico
associato
all'estrogeno
sembra in un
qualche modo
essere
responsabile
dell'aumento del
rischio.
La terapia con
soli estrogeni
sembra non
aumentare la
frequenza del
tumore al seno,
ma anzi
comporterebbe
una lieve
riduzione, non
significativa,
del rischio. I
tumori al seno
insorti durante
la terapia
ormonale
sostitutiva
hanno una
prognosi
migliore.
Conclusioni:
La
terapia ormonale
sostitutiva, al
pari di
qualsiasi
terapia, ha un
rischio
terapeutico che
per essere
minimizzato va
valutato e
soppesato caso
per caso in
relazione al
quadro clinico
individuale e
alle reali
necessità
terapeutiche che
sono diverse da
donna a donna e,
nella stessa
donna, possono
modificarsi nel
tempo
(“personalizzazione
della terapia”).
La terapia
ormonale
migliora
significativamente
la qualità di
vita delle donne
in epoca
menopausale.
La terapia
ormonale
sostitutiva è
indicata nel
trattamento dei
sintomi della
sindrome
climaterica e
dei disturbi
legati ad
alterazioni del
trofismo
genito-urinario.
La terapia
ormonale
sostitutiva è
efficace nella
prevenzione
dell’osteoporosi
e delle fratture
osteoporotiche.
Non esistono
dati che
dimostrino un
rischio
cardiovascolare
allorquando la
terapia ormonale
sostitutiva è
iniziata in
donne sane in
coincidenza con
l’avvento della
menopausa.
La terapia
ormonale
sostitutiva va
usata con
cautela in età
avanzata ed è
sconsigliata in
presenza di
fattori di
rischio e
patologie
cardiovascolari.