MIOMECTOMIA

 

 

Sempre più donne rinviano la gravidanza a dopo i 30 anni, un’età in cui possono cominciare a comparire i sintomi legati alla presenza di fibromi. I ginecologi spesso raccomandano la loro rimozione chirurgica (miomectomia) nelle donne con fibromi sintomatici che desiderano una gravidanza o che comunque vogliono conservare l’utero.
I fibromi sono tumori benigni che si formano nella parete dell'utero e possono provocare un flusso mestruale abbondante e talvolta dolore, specialmente in gravidanza.
La miomectomia consiste nell'asportazione dei fibromi uterini. L'utero, il collo dell'utero, le tube di Falloppio, le ovaie e la vagina rimangono al loro posto.
La miomectomia di solito provoca un netto miglioramento di sintomi come le mestruazioni abbondanti e viene generalmente considerato, non sempre a ragione, un intervento scevro da complicazioni. In realtà pone una serie non indifferente di problemi al chirurgo che si appresta ad eseguirla.

Problemi della miomectomia
Perdita di sangue
L’utero è un organo molto ricco di sangue ed i fibromi stimolano la crescita di nuovi vasi per rifornirsi di sangue. Pertanto durante la miomectomia bisogna usare alcune precauzioni per diminuire l’eccessivo sanguinamento, come bloccare il flusso delle arterie uterine o infiltrare intorno ai miomi una sostanza vasocostrittrice.

Ricostruire la struttura dell’utero
Per rimuovere i fibromi situati nello spessore del miometrio è necessario tagliare le fibre muscolari, lasciando in questo modo uno spazio vuoto che va colmato mediante suture a strati.

Cicatrice
Le incisioni nell’utero possono causare la formazione di aderenze, bande di tessuto cicatriziale che si sviluppano dopo la chirurgia. All’interno dell’utero le aderenze possono bloccare l’impianto dell’uovo fecondato nell’endometrio, ma non sono frequenti con la miomectomia. All’esterno dell’utero le aderenze possono inglobare strutture vicine e portare alla chiusura delle tube o all’intrappolamento di anse intestinali.

La miomectomia non elimina il rischio di sviluppare in futuro altri miomi da formazioni minuscole non evidenziate durante l’intervento o da nuove formazioni. Le donne con solo uno o due miomi hanno un minor tasso di recidive delle donne con numerosi miomi. In caso di recidiva potrebbe essere necessario reintervenire chirurgicamente, ma non è sempre necessario. Ricorda che i fibromi crescono lentamente e regrediscono in menopausa. L’uso di una terapia ormonale (Gn-RH) prima della miomectomia è discutibile perché da un lato migliora i livelli di emoglobina e ferro curando l’anemia, riduce la perdita ematica all’intervento e quindi il tempo chirurgico, mentre dall’altro riduce di volume e rammollisce i fibromi rendendoli spesso più difficili da individuare e rimuovere.
L'intervento si esegue in anestesia generale e la sua durata dipende dal numero, dalla sede e dalla dimensione dei fibromi che occorre asportare, ma di solito è di 1-2 ore. C'è una minima eventualità che si renda necessaria un'isterectomia, qualora non si riesca a bloccare il sanguinamento.
La durata media del ricovero ospedaliero è di 5-7 giorni e si possono riprendere le normali attività entro 6-8 settimane. Di solito non ci sono problemi per i rapporti sessuali dopo l'intervento.

Isterectomia
Questo intervento è l’unico che garantisce per sempre di risolvere il problema dei fibromi, ma elimina anche la possibilità di una successiva gravidanza.

Miomectomia
Con questo intervento si rimuovono solo i fibromi, lasciando l’utero al suo posto. In questo modo è ancora possibile avere una gravidanza, ma esiste sempre la possibilità che i miomi si riformino. L’intervento può essere eseguito in vari modi:
Miomectomia addominale - E’ la tecnica di scelta, magari usando la mini-laprotomia, se i fibromi sono numerosi, profondi o voluminosi.
Miomectomia laparoscopica - Se i fibromi sono pochi e di piccole dimensioni, si può eseguire l’intervento per via laparoscopica prestando attenzione alla accurata ricostruzione dell’utero.
Miomectomia isteroscopica - Questa procedura è utile se i fibromi si sviluppano all’interno della cavità uterina (sottomucosi) e richiede l’uso di un particolare isteroscopio.