L’induzione
dell’ovulazione
consiste
nella
somministrazione
di
farmaci
che
devono
agire a
livello
ovarico
stimolando
la
produzione
di
follicoli.
Esistono
diversi
protocolli
terapeutici
per
adeguare
correttamente
la dose
del
farmaco
tenendo
presente
che
ogni
donna è
un caso
a sé.
I
farmaci
che
vengono
utilizzati
per
indurre
l’ovulazione
agiscono
a
livelli
differenti:
ipotalamo
(Clomifene),
ipofisi
(GnRh),
ovaio
(FSH-LH-hCG-hMG).
Nelle
donne
che
cercano
una
gravidanza,
il
problema
può
essere
semplicemente
una
mancanza
di
ovulazione
per
amenorrea
primaria
o
secondaria,
anovulatorietà
cronica,
fase
luteale
insufficiente.
In
questi
casi è
necessario
portare
a
maturazione
alcuni
follicoli
ovarici
e
provocarne
la
deiscenza
facendo
seguire
o
rapporti
mirati
in
giorni
prestabiliti
o una
inseminazione
intrauterina
(IUI);
questi
sono i
trattamenti
di
procreazione
medicalmente
assistita
di I
livello
dove
l’induzione
dell’ovulazione
multipla
avviene
con
l’utilizzo
di
Clomifene
Citrato
o con
Gonadotropine
dal
2°-3°
giorno
del
ciclo
mestruale.
Sono
trattamenti
che
riguardano
spesso
coppie
con
patologie
minime,
con una
sterilità
sine
causa,
con
lieve
oligoastenospermia,
con
infertilità
da
fattore
cervicale,
con
lieve
endometriosi.
I
trattamenti
di PMA
di I
livello
sono
controindicati
nell’occlusione
tubarica
bilaterale,
nelle
severe
patologie
del
liquido
seminale,
nella
sterilità
immunologica,
nella
sterilità
sine
causa,
nella
grave
endometriosi.
In tutti
questi
casi si
richiede
un
trattamento
di II
livello
ovvero
l’utilizzo
di una
FIVET
classica
o
ICSI
.
I
farmaci
a
disposizione
per
indurre
l’ovulazione
sono,
come
detto,
diversi.
Citrato
di
Clomifene
È un
farmaco
semplice
in
compresse
da
50 mg,
che
viene
assunto
dal 3°
al 7° o
dal 5°
al 9°
giorno
del
ciclo.
La dose
di
partenza
è
generalmente
di 50
–100 mg
che
possono
essere
portati
a 150 mg
se la
donna
non
risponde
dopo due
cicli,
alcuni
autori
propongono
ulteriori
incrementi
sino a
250
mg/die.
La sua
azione è
a
livello
ipotalamico,
si lega
ai
recettori
per gli
estrogeni
mantenendone
a lungo
la
deplezione,
determinando
una
condizione
di
insensibilità
agli
estrogeni
da parte
della
cellula
bersaglio.
In
questo
modo,
avendo
l’ipofisi
un
messaggio
di
scarsi
estrogeni
in
circolo,
risponde
aumentando
la
produzione
e
dismissione
in
circolo
di FSH e
LH.
La
percentuale
di
ovulazione
è
dell’80%,
ma la
percentuale
di
gravidanze
è
solo di
circa il
18%.
Dopo sei
cicli in
cui non
si è
avuta
ovulazione
conviene
sospendere
la
terapia
e
passare
ad altro
presidio
terapeutico.
Rimane
il
farmaco
di
elezione
nelle
pazienti
con
sindrome
dell’ovaio
micropolicistico
e nelle
pazienti
anovulatorie
con
funzionalità
ipofisaria
normale.
GnRH
pulsatile
Viene
somministrato
tramite
microinfusori
che
dismettono
GnRH in
modo
pulsatile
(5-10
g/e.v.
ora in
fase
follicolare,
5 g ogni
90
minuti
in fase
luteale)
ripristinando
la
normale
secrezione
di
gonadotropine
e quindi
la
follicologenesi.
Viene
utilizzato
nelle
pazienti
con
amenorrea
ipotalamica
o
amenorrea
secondaria.
Gonadotropine
Agiscono
direttamente
stimolando
i
follicoli
ovarici,
possono
essere
somministrate
o
intramuscolo
o
sottocute.
HMG
Gonadotropine
menopausali
umane;
sono
ottenute
dalle
urine di
donne in
menopausa:
posseggono
un’azione
FSH
simile,
contengono
FSH e LH
in
rapporto
1:1.
Questo
tipo di
gonadotropine
viene
utilizzato
solo
nelle
pazienti
poor-responder
o con
deficit
assoluto
di LH.
FSH-LH
ricombinante
L’FSH-ricombinante,
contiene
75 UI di
FSH e
una
percentuale
di LH<
di 0,001
UI. La
ricerca
farmacologica
volta al
fine di
ottenere
gonadotropine
attraverso
la
tecnica
del DNA
ricombinante
è stata
intrapresa
verso la
metà
degli
anni 80.
Con la
stessa
tecnica,
alcuni
anni
dopo
venne
prodotto
anche
l’LH
ricombinante
prima ed
unica
preparazione
farmaceutica
dotata
di sola
attività
luteinizzante.
hCG
Gonadotropina
corionica
umana ha
azione
LH
simile,
viene
usata
per la
deiscenza
follicolare
in
sostituzione
del
picco
spontaneo
di LH.
Oggi
siamo in
possesso
di hCG
ricombinante.
I
farmaci
sino ad
ora
esaminati
(clomifene,
GnRH
pulsatile,
gonadotropine)
richiedono
una
grande
attenzione
nel loro
utilizzo.
L’adeguatezza
della
dose va
stabilita
con
controlli
ormonali
ed
ecografici
da
effettuarsi
generalmente
a giorni
alterni
per
evitare
complicanze
(gemellarità
ed
iperstimolazione
ovarica).
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