STERILITA'
FEMMINILE
Le cause
d'infertilità
femminile
sono
numerose
ma
possono
essere
schematicamente
indagate
a
livello
cervicale,
uterino,
tubarico
e
ovarico.
Proponiamo
qui una
tabella
riassuntiva
delle
cause di
sterilità
femminile.
1)
CAUSE
CERVICO-VAGINALI
-
Anticorpi
antisperma,
infezioni
(chlamydia,
gonococco),
stenosi,
sinechie,
alterazioni
funzionali
della
cervice
-
Alterazioni
del pH
vaginale,
vaginismo,
dispareunia,
setti
vaginali.
2)
CAUSE
UTERINE
-
malformazioni
dell'utero,
polipi
uterini,
fibromi,
sinechie,
processi
infiammatori,
atrofia
endometriale
3)
CAUSE
TUBARICHE
-
obliterazione
totale o
parziale
del
lume,
infiammazioni(salpingite),
endometriosi
tubarica,
pregressa
sterilizzazione
4) CAUSE
OVARICHE
ed
ORMONALI
-
sindrome
dell'ovaio
policistico,
endometriosi
ovarica,
problemi
genetici
(sindr.
Di
Turner,
disgenesia
gonadica)
-
mancata
ovulazione
da cause
ipotalamiche,
stress,
anoressia,
amenorrea
psicogena,
iperprolattinemia,
-
insufficienza
del
corpo
luteo
(cause
ovariche
primitive,
cause
ipotalamiche-ipofisarie,
metaboliche
et.)
|
INDAGINI
SULL'INFERTILITA'FEMMINILE
|
k
|
Fattore
cervicale.
Dopo un
rapporto
sessuale
normale,
gli
spermatozoi
sono
eiaculati
in
vagina e
da qui
devono
risalire
alle
tube per
incontrare
l'ovocita
da
fecondare.
L'esame
che
valuta
l'interazione
muco-spermatozoi
è il
"POST
COITAL
TEST"
che si
effettua
in
periodo
ovulatorio
dopo che
una
coppia
ha avuto
un
rapporto
sessuale;
si
preleva
nel
corso di
una
visita
ginecologica
una
piccola
frazione
di muco
cervicale
e si
osserva
al
microscopio
se ci
sono
spermatozoi
e se
sono
dotati
dimovimenti.
Il muco
cervicale
può
ostacolare
il
passaggio
degli
spermatozoi
quando
ad
esempio
siano
presenti
anticorpi
antispermatozoi,
infezioni
o pH
alterato;
in
presenza
di un
"post
coital
test"
certamente
alterato
la
terapia
idonea è
costituita
da
tecniche
d'inseminazione.
|
Fattore
uterino.
Lo
studio
della
cavità
interna
uterina
può
essere
eseguito
con
precisione
mediante
ISTEROSCOPIA
Essa
consiste
nell'osservazione
del
canale
cervicale,
della
cavità
endometriale
e degli
osti
tubarici
mediante
uno
strumento
a fibre
ottiche
chiamato
ISTEROSCOPIO
(vedi
figura
sottostante).
Si
tratta
di un
esame
ambulatoriale
che si
esegue
introducendo
(con la
paziente
in
posizione
di
visita
ginecologica)
l'isteroscopio
nella
cavità
uterina
prima
distesa
da
insufflazione
di CO2.
|
|
|
Fattore
tubarico.
E' lo
studio
della
strada
che gli
spermatozoi
devono
fare per
raggiungere
l'ovocita
e
fecondarlo.
Negli
anni
passati
l'ISTEROSALPINGOGRAFIA
era
l'esame
più
utilizzato
per
studiare
le
salpingi.
Negli
ultimissimi
anni si
è
affacciata
una
nuova
tecnica
chiamata
SONOISTEROSALPINGOGRAFIA
che non
utilizza
raggi x
bensì la
sola
ecografia
vaginale
attraverso
cui si
segue il
passaggio
della
soluzione
fisiologica
perfusa
in utero
e nelle
salpingi
con un
semplice
catetere
a
palloncino.
Attraverso
quest'esame
ambulatoriale
è spesso
possibile
porre un
sospetto
di
ostruzione
tubarica.
Inoltre
la
soluzione
fisiologica
che
distende
la
cavità
uterina
permette
a volte
di
sospettare
delle
irregolarità
uterine
interne
costituite
da miomi
sottomucosi,
polipi e
sinechie.
 |
Tecnica per Sonosalpingografia
|
Talvolta
l'esecuzione
di
questa
tecnica
è anche
terapeutica:
infatti,
talora
nei mesi
seguenti
una
SONOSALPINGOGRAFIA,
s'instaura
una
gravidanza.
Ciò
probabilmente
per
l'opera
di
lavaggio
esercitata
all'interno
delle
salpingi
con
possibile
lisi di
aderenze.
Nei casi
in cui
permangano
dei
dubbi
diagnostici
nonostante
l'esecuzione
di una
sonoisterosalpingografia
o di
un'isterosalpingografia
si dovrà
ricorrere
ad una
LAPAROSCOPIA
(vedi
foto
sottostante).
 |
|
Si
tratta
di un
esame
più
complesso
non
eseguibile
a
livello
ambulatoriale,
ma
richiedente
ricovero
seppur
breve
per le
piccole
incisioni
praticate
sulla
parete
addominale
e la
necessità
di
un'anestesia.
L'esame
consiste
nell'introduzione
in
cavità
peritoneale,
prima
distesa
con CO2,
di uno
strumento
detto
laparoscopio.
Attraverso
il
laparoscopio
si
potra'
osservare
lo stato
delle
salpingi,
dell'utero,
del
peritoneo
e delle
posizioni
delle
tube
rispetto
all'ovaia.
Iniettando
nella
cavità
uterina
in corso
di
laparoscopia
un
colorante
è
possibile
osservarne
direttamente
la
fuoruscita
in
peritoneo
confermando
la
pervietà
tubarica
(CROMOSALPINGOSCOPIA).
Essa
permette
anche di
eseguire
interventi
terapeutici
su
aderenze,
cisti o
focolai
di
endometriosi,
miomi
ecc.
|
INDAGINI
sul
FATTORE
OVULATORIO
Il buon
esito
dell'ovulazione
dipende
dall'azione
combinata
di due
ormoni:
1) l'FSH
che
promuove
la
crescita
dei
follicoli
2) l'LH
che
agisce
in
sinergia
con
l'FSH
nella
stimolazione
della
crescita
follicolare
e che
poi
innesca
l'ovulazione.
Il
metodo
più
semplice
per
verificare
se
l'ovulazione
avviene
è
costituito
dalla
rilevazione
della
temperatura
basale.
Si
tratta
però di
un
metodo
poco
affidabile
in
quanto
soggetto
a
variabilità
esterne
e anche
per il
fatto
che non
è
possibile
determinare
il
momento
dell'ovulazione
prima
che
avvenga.
In
questo
senso la
determinazione
del
picco
dell'LH
può
essere
nella
pratica
più
utile.
Con
maggiore
accuratezza
è
possibile
valutare
l'andamento
della
formazione
dei
follicoli
con la
determinazione
di
alcuni
ormoni
quali
FSH, LH,
estradiolo,
prolattina
unitamente
al
monitoraggio
ecografico
tramite
l'ecografia
transvaginale.
L'ECOGRAFIA
TRANSVAGINALE
ha il
pregio
di
diminuire
la
distanza
tra la
sonda e
le
strutture
da
studiare;
inoltre
non
necessita
di
preparazioni
particolari
o di
riempimento
preventivo
della
vescica.
Ciò
permette
una
grande
definizione
delle
strutture
studiate
ed in
particolare
la
maturazione
dei
follicoli
ovarici
e
dell'endometrio.
|
kkkk
|
LE
SOLUZIONI
TERAPEUTICHE
ALL'INFERTILITA'
FEMMINILE
|
kk
|
Concepimento
Guidato
E'
talora
preferito
dalla
donna
nell'intento
di
evitare
una
stimolazione
con
gonadotropine.
La
richiesta
in tal
senso è
anche
giustificate
da un
atteggiamento"prudente"
nel caso
di
anamnesi
familiare
con
presenza
di
neoplasie
ormonodipendenti.
Il ciclo
viene
monitorato
in
genere
con due
ecografie
e un
test
ematico
al fine
di
scegliere
il
momento
migliore
o per un
rapporto
o per
una
tecnica
di
inseminazione
artificiale.
|
Tecniche
di
inseminazione
-
INSEMINAZIONE
INTRAUTERINA
(IUI):
viene
generalmente
eseguita
per i
casi di
sterilità
inspiegata
nei
quali
una o
ambedue
le tube
sono
pervie
ed i
parametri
seminali
appaiono
pressochè
normali.
Percentuale
di
gravidanze:
12-15%
ad ogni
tentativo
a causa
dell'ambiente
endo-uterino
piuttosto
ostile
alla
progressione
degli
spermatozoi.
|
kkkk
|
kk
|
-
INSEMINAZIONE
INTRATUBARICA
(ITI):
questa
tecnica
innovativa
è
applicabile
alla
maggior
parte
delle
coppie
infertili
eccetto
quando
entrambe
le
salpingi
sono
ostruite
o in
casi di
severa
sub
fertilità
maschile.
A circa
36 ore
dall'ovulazione
il seme
capacitato
con una
tecnica
particolare,
viene
portato
per via
vaginale
e
trans'uterina
a
livello
delle
tube per
via
ecoguidata
in due
frazioni.
Praticamete
viene
favorito
l'incontro
tra
spermatozoo
ed
ovocita
proprio
come
succede
in
natura:
a
livello
delle
ampolle
tubariche,di
qui la
percentuale
di
gravidanze
decisamente
soddisfacente.Si
tratta
di una
tecnica
di tipo
ambulatoriale,
totalmente
indolore
per la
donna
che non
richiede
alcuna
anestesia
locale.
Percentuali
di
gravidanze:
nella
nostra
esperienza
le
percentuali
di
successo
connesse
a questa
tecnica
sono
piuttosto
elevate.
Si
raggiunge
un tasso
cumulativo
di
gravidanze
di circa
il 60%
in tre
tentativi
e il
26,51
sul
singolo
tentativo.
Questi
risultati
pubblicati
grazie
ad uno
studio
prospettico
randomizzato
sono
stati
ottenuti
con
l'effetto
sinergico
della
Maca
polarizzata
(LMWP).
|
FIVET
(Fecondazione
in vitro
ed
embrio
transfer
)
La FIVET
è una
delle
tecniche
più
diffuse
e
conosciute.
E' stata
introdotta
negli
anni
ottanta
e i
bambini
nati in
tutto il
mondo
grazie a
questa
tecnica
sono
attualmente
oltre
trecentomila.
Essa si
basa
sull'incontro
dello
spermatozoo
con
l'ovulo
al di
fuori
della
loro
sede
fisiologica
(tratto
terminale
delle
tube)
dove
avviene
fisiologicamente
la
fecondazione
e
pertanto
è in
grado di
offrire
una
soluzione
anche
alle
donne
con
alterazioni
strutturali
delle
salpingi
ed
impervietà
tubarica
bilaterale.
Recentemente,
specie
in
associazione
con la
ICSI
tali
tecniche
hanno
esteso
il loro
campo di
applicazione
e
possono
essere
utilizzate
anche in
caso di
liquido
seminale
problematico,
in casi
di
fallimenti
ripetuti
di altre
tecniche
di
inseminazione
e quando
la causa
dell'infertilità
sia
sconosciuta
(sterilità
idiopatica
).
Circa la
procedura
pratica,
la prima
fase
contempla
la
stimolazione
delle
ovaie in
modo da
ottenere
una
crescita
multipla
dei
follicoli.
Alla
data
prestabilita
dal
piano
terapeutico,
la donna
al suo
domicilio
inizierà
la
terapia.
In
questa
prima
settimana
non sono
necessari
(eccetto
casi
particolari
)controlli.
All'8°giorno
circa
viene
effettuata
una
ecografia
vaginale
per
controllare
numero e
dimensioni
dei
follicoli
ovarici
ed un
prelievo
di
sangue
per
valutare
il
dosaggio
del
17beta
esradiolo.
A
seconda
del
procedere
della
stimolazione
si
aumenteranno
o si
ridurranno
i
dosaggi
al fine
di
ottenere
una
corretta
maturazione
degli
ovociti
che
dovranno
risultare
(nei
limiti
del
possibile)
in un
numero
tale da
poter
alla
fine
trasferire
in utero
due o
tre
embrioni.
Nel
momento
in cui
si
evidenzierà
la
maturazione
ottimale
dei
follicoli,
la
stimolazione
verrà
interrotta
e si
somministrerà
la
terapia
che
porterà
all'ovulazione.
Dopo
circa 36
ore si
procederà
al
recupero
degli
ovociti.

Ciò
viene
fatto
tramite
una
tecnica
ecoguidata
in
anestesia
locale e
blanda
sedazione:
un ago
montato
su una
sonda
ecografica
viene
fatto
penetrare
attraverso
la
parete
vaginale
dei
fornici
posteriori
fino a
raggiungere
dopo
pochi
centimetri
di
tragitto,
gli
ovociti
contenuti
nei
rispettivi
follicoli,
pronti
per
essere
aspirati.
Raramente
questo
momento
del Pick
up
risulta
fastidioso
per la
donna e
la
stessa
viene
dimessa
dopo
circa
due ore.
Nel
frattempo
il
marito
ha
provveduto
a
fornire
il seme
al
laboratorio
che dopo
opportuna
preparazione
viene
utilizzato
per
inseminare
gli
ovociti
estratti
con il
pik up.
Segue un
lasso di
tempo di
16/19
ore dove
in
laboratorio
ovociti
e
spermatozoi
vengono
lasciati
insime
in
provetta.Dopo
questo
periodo
viene
accertato
l'esito
della
fertilizzazione
che si
evidenzia
con la
presenza
di due
piccole
formazioni
rotondeggianti
chiamati
pronuclei.
In
genere,
il
65-75%
degli
ovociti
si
fertilizza;
vi sono
però dei
casi
particolari
in cui
la
fertilizzazione
in FIVET
non
avviene
ed in
questi
casi è
necessario
ricorrere
alla
ICSI.
A 48-72
ore dal
prelievo
degli
ovociti
avviene
il
transfert
dei
pre-embrioni
in utero
ad uno
stadio
di 2-4-8
cellule.
Generalmente
si
trasferiscono
2-3
embrioni,
quelli
di
migliore
qualità.Per
lo più
il
transfert
non da
alcun
fastidio
alla
donna
comportando
unicamente
l'inserimento
di un
catetere
contenente
i
pre-embrioni
attraverso
la
cervice
uterina.
Talora
in casi
di
stenosi
cervicale
il
transfert
può
risultare
un po'
più
indaginoso.
Percentuale
di
gravidanze:
per ogni
ciclo di
fecondazione
assistita
in FIVET
_ ICSI è
ragionevole
attendersi
una
percentuale
di
successo
di circa
il 30-40
% sotto
i 38
anni
pregnancy
rate
combinato
in 2
tentativi
70-72%
di
gravidanze.
Al di
sopra
dei 39
anni
tale
percentuale
si
riduce.
Conclusioni:
questa
esposizione
necessariamente
schematica
potrebbe
trarre
in
inganno
il
lettore
se
pensasse
che il
piano
terapeutico
è più o
meno
uguale
per
tutte le
coppie.
Non è
più
cosi. I
Centri
di
Medicina
della
Riproduzione
che
Hanno
più
successi
sono
quelli
che
adottano
schemi
terapeutici
diversi
a
seconda
della
tipologia
della
coppia.
Ogni
persona
è
diversa
dall'altra
ed è
intuitivo
che lo
stesso
schema
non può
andare
bene per
tutti
La
moderna
scienza
della
riproduzione
ha
capito
che per
aumentare
sensibilmente
i
successi
bisogna
,partendo
da una
diagnosi
precisa
,
approntare
uno
schema
terapeutico
il meno
aggressivo
possibile,
con la
minore
quantità
di
farmaci
possibile
e la più
adatta
alla
coppia
in
questione.
Parliamo
di
terapia
di
coppia
perché
nella
nostra
esperienza
pluriennale
abbiamo
osservato
che solo
se
potenziamo
sinergicamente
il
gamete
femminile
e
maschile
possiamo
migliorare
i nostri
risultati
e le
speranze
per i
pazienti.
|
kk
|
|
ICSI
(Iniezione
intracitoplasmatica
degli
spermatozoi)
L'ICSI è
una
tecnica
di
recente
introduzione
(prima
metà
degli
anni
novanta
) che
permette
di
trattare
casi
sino a
pochi
anni fa
intrattabili.
Essa si
differenzia
dalla
FIVET
solo
nelle
procedure
di
laboratorio
mentre
per la
donna e
il
partner
i tempi
e le
procedure
sono
identiche
a quelle
descritte
per la
FIVET.
Nella
ICSI
l'innovazione
sta nel
fatto
che il
singolo
spermatozoo
viene
introdotto
direttamente
nel
citoplasma
dell'ovocita
tramite
un
microago
sotto
visione
microscopica.
Ciò
permette
di
trattare
maschi
con
seminali
con
pochissimi
spermatozoi
mobili o
anche
casi con
assenza
di
spermatozoi
nel
seminale
che
vengono
estratti
tramite
un ago
dai
testicoli
e
dall'epididimo
per poi
essere
iniettati
negli
ovociti.

|
Icsi: Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo
|
Nella
ICSI non
vi è
un'autoselezione
degli
spermatozoi
che
penetrano
l'ovocita
e
pertanto
vi è un
modesto
aumento
di
possibilità
che
alterazioni
genetiche
presenti
nel
maschio
vengano
trasmessi
alla
progenie.In
questo
senso,
prima di
eseguire
una ICSI
e
necessario
eseguire
il
cariotipo
di
entrambi
i
partner.
PESA
(aspirazione
percutanea
degli
spermatozoi
dai
testicoli
ed
epididimo
)
TESA
(
prelievo
bioptico
degli
spermatozoi
o
spermatidi
dal
testicolo
)
Nel seme
di certi
maschi
non sono
presenti
spermatozoi.Ciò
non
esclude
che si
possano
ritrovare
nel
testicolo
e
nell'epididimo.
Pertanto,perlopiù
con un
ago
sottile
inserito
attraverso
la cute
si tenta
di
aspirare
spermatozoi
da
questi
organi
per
iniettarli
poi
negli
ovociti
tramite
ICSI.
|
ASSISTED
HATCHING
E' di
osservazione
relativamente
recente
che con
tale
metodica
è
possibile
ottenere
un
significativo
aumento
nei
tassi di
impianto
del
pre-embrione.In
certi
casi di
fallimenti
ripetuti,
il
mancato
impianto
dei
pre-embrioni
può
derivare
dalla
loro
incapacità
di
fuoruscire
da quel
involucro
in cui
sono
racchiusi
nelle
prime
fasi di
sviluppo
chiamato
"zona
pellucida".
E'
possibile
tecnicamente
tramite
il
micromanipolatore,
sotto
visione
microscopica,
interrompere
in vari
modi la
continuità
della
zona
pellucida
facilitando
l'impianto
nell'endometrio
|
kkkk
|
COLTURA
DELLE
BALSTOCISTI:
una
strategia
efficace
dopo
ripetuti
tentativi
falliti
di
fivet-icsi
La
coltura
in vitro
degli
embrioni
fino
allo
stadio
di
blastocisti
è una
delle
opzioni
terapeutiche
che in
molti
casi
puo'
migliorare
i
risultati
clinici
nella
cura
della
sterilità.
In casi
selezionati
di
pazienti
con
mancato
impianto
dopo
ripetuti
tentativi
di
fecondazione
in
vitro, è
possibile
offrire
alla
coppia
affetta
da
sterilità
la
strategia
della
coltura
estensiva
a
blastocisti,
in
alternativa
al
transfer
tradizionale
in
seconda
o terza
giornata.
Lo
sviluppo
recente
di nuovi
terreni
di
coltura
sequenziali
che
incontrano
con più
efficacia
le
necessità
metaboliche
degli
embrioni
umani,
ha
permesso
di
estendere
con
sempre
più
efficacia
il
periodo
di
coltura
in vitro
degli
embrioni.
L'embrione
umano,
nei
primi
giorni
di
sviluppo,
modifica
il suo
aspetto
morfologico
in modo
sostanziale;
dallo
stadio
di
zigote,
che
corrisponde
alla
cellula
uovo
fecondata,
si passa
alla
fase di
pre-embrione
in
divisione
fino ad
arrivare
allo
stadio
di 7-8
cellule,
fase
delicata
dello
sviluppo
perché
si
attiva
il DNA
vero e
proprio
dell'embrione.
Dopo
ancora
48 ore
di
coltura
l'embrione
raggiunge
lo
stadio
di
blastocisti,
formato
da circa
200
cellule
e
caratterizzato
da una
cavità
detta
blastocele,
racchiusa
da uno
strato
di
cellule
più
esterno
chiamato
trofoectoderma,
in cui
si
affaccia
il
bottone
primordiale
(inner
cell
mass).
Nel
trattamento
della
sterilità,
non
tutti
gli
embrioni
prodotti
in vitro
sono in
grado di
dare
origine
ad una
gravidanza
e la
coltura
fino
allo
stadio
di
blastocisti
permette
di
individuare
quelli
con
migliore
potenzialità
di
impianto.
Inoltre
la
blastocisti
trasferita
in utero
incontra
l'endometrio
in fase
ottimale
per
l'impianto
riflettendo
del
resto
cio' che
avviene
in
natura.
Dalla
letteratura
e dai
nostri
dati si
evince
che il
transfer
di
blastocisti
di buona
qualità
morfologica
e
biologica
aumenti
considerevolmente
il tasso
di
impianto
e quindi
di
gravidanza
fino al
50% per
tentativo.
Contemporaneamente
trasferendo
non più
di due
blastocisti
si
riducono
notevolmente
le
percentuali
di
gravidanze
multiple.
Lo
sviluppo
delle
blastocisti
è anche
influenzato
da
fattori
intrinseci
come la
qualità
del
liquido
seminale,
l'età e
l'eziologia
della
paziente;
ma in
molti
casi
puo'
risultare
la
strategia
vincente
nella
cura di
molte
forme di
sterilità
dove
l'impianto
in utero
avviene
in 5° o
6°.
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Rischi
per la
paziente
nella
fecondazione
assistita
I rischi
immediati
sono
percentualmente
bassi
poiché
sono
legati
al
prelievo
ecoguidato
transvaginale
degli
ovociti
mediante
aspirazione
dei
follicoli
con un
ago
montato
su una
sonda
ecografica.
Tali
rischi
comprendono
traumatismo
vascolare
e
possibile
sanguinamento
addominale
nello
0,7%;
infezioni
pelviche
nello
0,8%.
La
sindrome
da
iperstimolazione
ovarica
rappresenta
certamente
la
complicanza
più
temibile
della
fase di
stimolazione.
Benchè
nella
forma
grave
richiedente
ricovero
ospedaliero
si
presenti
solo
nello
0,9%, vi
sono
delle
forme
lievi e
intermedie
che si
risolvono
spontaneamente
senza
necessità
di
ricovero
ma che
richiedono
una
attenta
osservazione
poiché
comporta
distensione
addominale
per
l'aumento
in
volume
delle
ovaie,
dolenzia
diffusa,
nausea.
Le cause
alla
base
dell'insorgenza
della
sindrome
da
iperstimolazione
ovarica
non sono
ancora
del
tutto
conosciute.
Certamente
vi sono
delle
differenze
individuali
che si
esplicano
con un
diverso
atteggiamento
del
tessuto
ovarico
e
vascolare
alla
stimolazione
e
soprattutto
alla
somministrazione
dell''hcg
per
indurre
l'ovulazione.
Anche le
forme
più
gravi
che,
come
abbiamo
detto,
sono
rare,
non
necessitano
di
intervento
chirurgico
ma
vengono
ristabiliti
i
parametri
ematochimici
con la
semplice
infusione
in flebo
delle
opportune
terapie.
La
migliore
prevenzione
a tale
sindrome
è
costituita
dalla
bassa
stimolazione
ormonale
e
dall'annullamento
del
ciclo
quando
vi sia
un
eccessivo
numero
di
follicoli
reclutati.
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Sviluppo multifollicolare dopo stimolazione ovarica
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Gravidanze
multiple:
è un
rischio
sempre
presente
ed in
parte
inevitabile
se si
trasferiscono
due o
tre
pre-embrioni.
allo
scopo di
garantire
un tasso
di
gravidanze
sufficientemente
elevato.
Nelle
tecniche
di
inseminazione
tali
rischi
sono
ancora
più
elevati
poiché
il
processo
non è
totalmente
controllabile.
Le
percentuali
di
gravidanze
gemellari
possono
raggiungere
anche il
15-18% e
le
trigemine
il2-3%.
Va da se
che ogni
sforzo
va fatto
per
evitare
le
gravidanze
trigemine
poichè
comportano
spesso
dei
parti
prematuri
con
insufficiente
peso dei
neonati
alla
nascita
e quindi
maggior
rischi
di
immaturità.
I
bambini
nati in
tutto il
mondo
con
tecniche
di
fecondazione
assistita
sono
oltre
300.000
e gli
studi
sin'ora
compiuti
sull'incidenza
di
malformazioni
congenite,
la
crescita
e lo
sviluppo
neurologico
di
questi
bambini
non
differisce
da
quelli
concepiti
spontaneamente.
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